Mia Madre (di Nanni Moretti)

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Solo tre brevi osservazioni a caldo dopo la visione del bel film di Nanni Moretti:

– diverse volte i piani della narrazione scivolano tra realtà, pro-iezione, messa in scena, pre-visione, sogno, senza soluzione di continuità, provocando un bell’effetto di con-fusione tra racconto e commento;

– in realtà i film sono due (o forse tre): da una parte l’autobiografico Mia madre girato da Moretti, dall’altra il film che Margherita (Buy) sta ancora girando e che appare come un contrappunto alla lieve agonia della madre Ada (la brava Giulia Lazzarini) – si genera così un “terzo film” invisibile che nasce dal gioco dei rimandi (accentuati dalla istrionica presenza di John Turturro, attore che recita la parte di un’attore che recita…);

– la madre Ada, di cui vediamo il lento ma inesorabile declino, è una prof di latino in pensione, molto amata dagli studenti che la considerano una “seconda mamma”, capace ancora (pur respirando dalla bombola d’ossigeno) di guidare la nipote nella traduzione della “classica” versione. Vederne una metafora della buona scuola morente è certamente esagerato, ma è interessante la rappresentazione di una figura d’in-segnante che ha (in)segnato le vite dei propri allievi: sono proprio loro che infine rivelano agli stessi figli la “verità” sulla loro madre.

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